30 Settembre 2016

Volevo segnalare che questa notte, intorno alle 2.40, un’ondata della solita puzza ma in maniera ancora più pesante ha attraversato l’aria del nostro comune. Era veramente irrespirabile, tanto che volevo chiamare i pompieri». Queste le parole esasperate di un cittadino pioltellese, giovedì scorso su una pagina social di Facebook, che fanno eco a molte altre proteste. Ebbene sì: a quanto pare la puzza di zolfo e plastica bruciata, che ora si sa provenire da una ditta situata nella zona industriale di Cernusco vicina a Pioltello, purtroppo è tornata, è proprio il caso di dirlo, a farsi sentire. Per circa sette mesi, quasi un anno scolastico, l’odore nauseante aveva ammorbato le strade della città causando non pochi danni alla salute delle persone, come bruciore agli occhi e tosse persistente. Si erano mobilitati dapprima i cittadini, con la raccolta di ben 350 firme, la creazione di un gruppo Facebook e quella di un sito per la segnalazione della puzza. Infine un presidio davanti al municipio, lo scorso 7 marzo, che aveva portato a un incontro ufficiale tra l’allora commissario prefettizio Alessandra Tripodi e i rappresentanti di Asl e Arpa Lombardia. Due conclusioni: la puzza è fastidiosa, ma non nuoce alla salute, l’azienda responsabile deve introdurre alcune modifiche agli impianti per diminuire le emissioni maleodoranti.
Per qualche tempo la situazione sembrava essersi risolta ma, adesso, che succede? «Nell’ultimo mese purtroppo si sono registrati un paio di episodi. In effetti l’odore sembra essere tornato ma non abbiamo fatto una campagna capillare di raccolta dati perché il tipo di puzza, la frequenza e le zone colpite fanno pensare in automatico alla stessa ditta di qualche mese fa, quella che tratta prodotti per animali» ha spiegato l’assessore all’Ambiente Giuseppe Bottasini. «Per adesso abbiamo allertato il Comune di Cernusco che ha già un fascicolo aperto sulla questione e che ha la maggiore fetta di responsabilità in merito, ma per il momento non abbiamo avuto nessuna risposta».
Insomma, Bottasini fa sapere che l’amministrazione intende muoversi per gradi: se il fenomeno dovesse peggiorare senza alcun riscontro da parte del Comune limitrofo, verranno contattati nuovamente il dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria di Ats Città Metropolitana (ex Asl Mi2) e Arpa Lombardia per effettuare ulteriori verifiche e cercare di mettere le parola fine a questa vicenda che inizia davvero a essere stucchevole.
Francesca Lavezzari